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cosiderazioni cisl università sul nuovo dl

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Messaggio  admin 7/7/2008, 18:11

Considerazioni CISL Università sui recenti provvedimenti normativi
Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato, con validità immediata, il
decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (reperibile sul nostro sito) avente
per oggetto “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la
semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza
pubblica e la perequazione tributaria”; a nostro avviso detti obiettivi
altisonanti non si recepiscono facilmente nell’articolato di legge
perché sostanzialmente è un’elencazione di “tagli”, massicci e
generalizzati, dei finanziamenti connessi al funzionamento della P.A.
sia per il 2008 che per gli anni futuri.

Chiaramente non ci ritroviamo nelle “ricette” del Governo (e soprattutto
del Ministro Brunetta) perché riflettono unicamente un progetto
contabile, miope e velleitario nello stesso tempo, perché non si guarda
al futuro (altrimenti non si capisce la penalizzazione di Scuola,
Università e Ricerca) e perché si vuole “cambiare tutto e subito nel
lavoro pubblico” senza neppure porsi il problema delle importanti
specificità organizzative di diversi settori che li rendono
difficilmente comparabili.

Ribadendo un giudizio complessivamente negativo articoleremo la nostra
riflessione limitatamente al settore dell’Università (poiché l’AFAM è
stata completamente dimenticata!).

L’aspetto più deleterio è quello illustrato dall’art. 16 che permette ai
singoli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato; in
questo modo graveranno di meno sul bilancio dello Stato e potranno
“ricevere” donazioni da parte dei privati al fine di migliorare la
qualità della didattica e della ricerca. Ma oggi non è già possibile ai
privati finanziare l’Università? Evidentemente sì perché abbiamo già
Atenei “privati” anche se molto costosi per i loro studenti.

Per quanto ci riguarda diciamo un secco e risoluto “NO” a questa ipotesi
e faremo, in ogni luogo, un’opposizione forte all’Ateneo “Fondazione”
perché, a differenza di altri pareri, noi siamo sicuri che ci sarebbe un
depauperamento generale per tutti gli Atenei poiché gli eventuali
finanziamenti dei privati sarebbero scarsi e destinati ad una minoranza
delle Istituzioni. Non sarebbe più garantito il diritto allo studio,
seppure nelle forme attuali modeste, sull’intero territorio nazionale.
Il personale tecnico amministrativo (ma non si può escludere neppure la
docenza) dovrebbe passare dal rapporto di lavoro pubblico a quello
privatistico con tutte le negatività connesse, in primis la precarietà
dell’impiego.

Secondo aspetto dirompente per l’Università, e per tutto il Pubblico
Impiego, è quello regolamentato dall’art. 66, “turn over”, che riduce
drasticamente l’occupazione prevedendo per ogni 10 cessati due sole
assunzioni: 1 “ex novo” e 1 dalle procedure delle stabilizzazioni dei
precari. Questo, a nostro avviso, è l’aspetto più squallido e punitivo
della “filosofia Brunetta-Ichino” secondo cui i lavoratori pubblici sono
fannulloni, sono troppi e vanno ridimensionati (ovviamente insieme ai
sindacalisti che li tutelano!). Ma non solo vengono drasticamente
ridotti gli organici, che comporteranno inevitabili tagli nei servizi
erogati all’utenza, ma vengono pure sottratti all’Università i risparmi
di spesa corrispondenti ai posti non ricoperti poiché l’FFO sarà
ridotto, dal 2009 al 2013, di oltre 1440 milioni di euro.

Ma vi è un altro aspetto decisamente penalizzante per i lavoratori
universitari poiché l’art. 69 prevede che dal 1° gennaio 2009 gli scatti
biennali, relativi alle carriere dei singoli docenti universitari,
saranno trasformati in triennali ovviamente con lo stesso importo
percentuale; si tratta di una “decurtazione” inaccettabile sia per i
docenti che per gli Atenei a cui vengono “requisiti” dal Ministro
Tremonti tutti i soldi “risparmiati” con tale operazione.

Come certamente sarete a conoscenza, in pari data all’emanazione del
presente decreto, il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di
legge delega avente per oggetto la modifica delle norme contrattuali
connesse al modello luglio 1993 e del decreto legislativo 165/2001,
anticipando in senso unilaterale e riduttivo le conquiste sindacali dei
lavoratori pubblici. Nelle more legislative il decreto in esame
interviene su alcuni aspetti del rapporto di lavoro esistente.

L’art. 41 modifica l’articolato esistente in tema di orario di lavoro
(riposi giornalieri e settimanali, orario notturno, sanzioni); ma per
l’Università non dovrebbe essere troppo penalizzante.

L’art. 46 vuole ridurre le collaborazioni e le consulenze nella P.A.
che, a volte, sono necessarie nella ricerca.

L’art. 63, tra molti altri provvedimenti, dispone il finanziamento di
2.740 milioni di Euro per il biennio 2008/2009 del comparto Ministeri
(che è largamente insufficiente rispetto all’inflazione di riferimento),
ma non dispone alcun impegno per il finanziamento del contratto per gli
altri settori del P.I.

L’art. 67 ribadisce che per l’Università permane in vigore il tetto
relativo ai finanziamenti destinati alla contrattazione integrativa che
è quello certificato per l’anno 2004 ma ridotto del 10%. L’importo della
riduzione di spesa suddetta dev’essere restituita al Ministero
dell’Economia e Finanze (altro duro colpo per le casse
dell’Università!). Nello stesso articolo viene modificato il decreto
legislativo 165/2001 inserendo maggiori vincoli nelle procedure ed
aumentando il potere di controllo della Corte dei Conti in tema di
rinnovi contrattuali.

L’art. 70 prevede per i dipendenti della P.A. ai quali sia riconosciuta
una infermità per cause di servizio solo l’equo indennizzo escludendo
l’attribuzione di qualsiasi trattamento economico aggiuntivo.

L’art. 71 peggiora nettamente l’aspetto relativo alle assenze per
malattia dei lavoratori pubblici (e non per i privati); nei primi 10
giorni di assenza è corrisposto solo il trattamento economico
fondamentale. Dopo i 10 giorni, o dopo una seconda assenza per malattia
nell’anno solare, si deve giustificare l’assenza con una certificazione
medico dell’ASL (il medico di famiglia è poco attendibile?!?). Le fasce
orarie per il controllo medico fiscale, valide tutti i giorni della
settimana, diventano dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20. “Dulcis in
fundo” le assenze per malattia non danno diritto all’incentivazione, o
altre retribuzioni similari, previste dall’integrativo d’Ateneo.

L’art. 72 introduce una novità per il pensionamento (vale anche per
l’Università): il personale tecnico amministrativo (no docenti) nel
corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell’anzianità
massima contributiva di 40 anni può presentare domanda per essere
esonerato dal servizio (ma deve raggiungere l’età minima contributiva
richiesta per l’accesso alla pensione entro l’anno solare di
riferimento). La domanda d’esonero, irrevocabile, dev’essere accolta
dall’Amministrazione e dà diritto ad un trattamento pari al 50% di
quello complessivamente goduto (fisso ed accessorio) al momento del
collocamento in attesa; elevato al 70’% se si opera nel volontariato.

Come preannunciato all’inizio questa è una prima lettura critica di un
provvedimento legislativo (che dovrà comunque essere esaminato dal
Parlamento entro 60 giorni) facente parte di un più ampio disegno
riformistico di tutta la Pubblica Amministrazione (incentrato sul “piano
industriale” del Ministro Brunetta e supportato da Ministro Tremonti) e,
proprio per detta globalità, oggetto di una riflessione comune di tutto
il Sindacato.

Per completezza d’informazione sul panorama, ormai convulso, di
provvedimenti governativi dobbiamo segnalare il decreto legge n. 113 del
30 giugno 2008; in detto decreto ci sono 3 articoli che riguardano
l’Università.

L’art. 12 – reclutamento dei docenti universitari – sposta al 30
novembre 2008 i termini per l’indizione dei concorsi da associato ed
ordinario. Per i concorsi banditi dopo il 30 giugno viene ripristinato
un solo idoneo per ogni posto a concorso.

L’art. 13 – assunzione dei ricercatori – ribadisce che le Università
possono usare i 40 milioni di Euro stanziati nella Finanziaria 2007 per
l’anno 2008 (ma sono stati cancellati gli 80 milioni previsti per il
2009) ai fini del reclutamento di giovani ricercatori.

L’art. 14 – comitato nazionale per la valutazione del sistema
universitario e comitato d’indirizzo per la valutazione della ricerca –
proroga fino al 31 maggio 2009 le funzioni del CNVSU (in attesa di
vedere che fine farà l’ANVUR).

Avremo sicuramente ampi confronti tra le categorie e la Confederazione
per trovare una valida risposta politica, comune e condivisa da tutto il
Sindacato, capace di modificare, sempre nella strategia costruttiva
tipica della CISL, le negatività presenti sia nel decreto legge
esaminato che negli altri provvedimenti governativi suddetti.

Vi invito a dare la più ampia diffusione tra i lavoratori della presente
riflessione e vi assicuro che sarete, costantemente e tempestivamente,
informati sull’evolversi del quadro politico-sindacale in merito.

Cordiali saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE
(Antonio Marsilia)

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Messaggio  Dandi 13/9/2008, 11:13

La CISL pensa di essere in piazza lunedì? se si in che forme?
Noi studenti non mancheremo!

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