lo psiconano annuncia:
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studenti sdf unige :: News e legislazione scolastica :: testi delle leggi, articoli di giornale, chiarimenti, ecc.
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lo psiconano annuncia:
www.repubblica.it
SCUOLA & GIOVANI
Il premier annuncia la linea dura contro le occupazioni studentesche
"Darò istruzioni a Maroni su come intervenire attraverso le forze dell'ordine"
Berlusconi: "Polizia nelle università
Dalla sinistra bugie, dalla Rai ansia"
Dura risposta dal Pd: "Pompiere piromane, vuole alimentare ad arte la tensione"
Berlusconi: "Polizia nelle università Dalla sinistra bugie, dalla Rai ansia"
Silvio Berlusconi
ROMA - Berlusconi convoca una conferenza stampa a Palazzo Chigi per mandare un avvertimento agli studenti: "Non permetterò l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare". Poi, rivolto a una giornalista del Manifesto che aveva posto la domanda, aggiunge: "Avete 4-5 anni per fare il callo su queste cose. Io non retrocederò di un millimetro".
Ordini al Viminale. "Convocherò oggi - prosegue Berlusconi - il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". "La realtà di questi giorni - dice ancora il premier - è la realtà di aule piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso, come a Milano, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di far passare nella scuola delle menzogne e portare un'opposizione nelle strade e nelle piazze alla vita del nostro governo".
Opposizione in allarme. Le parole del premier sono state accolte con enorme preoccupazione dal Pd. "La decisione del presidente del Consiglio di ricorrere all'uso della forza pubblica contro le famiglie e gli studenti che protestano per difendere il diritto allo studio - dice il ministro ombra per le Politiche giovanili Pina Picierno - è gravissimo, è un atto inconcepibile che lede diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione". "Oggi - prosegue - uno stato di polizia contro mamme e bambini e domani magari contro i precari che protestano? Cosa ha in mente il presidente del Consiglio? Abbiamo a che fare con un pompiere piromane che cerca di alimentare ad arte un clima di tensione".
Epifani invita al dialogo. Contesta la minaccia di Berlusconi contro le occupazioni anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. "E' profondamente sbagliato - afferma il leader sindacale - rispondere alle ragioni del movimento degli studenti con una modalità che non sia quella del dialogo". "Il governo - sottolinea Epifani - non può ricorrere alle minacce. Questo è un movimento che ha caratteristiche del tutto nuove, che non ha senso paragonare al '68 né, tanto meno, al '77. E' un movimento pacifico, gli studenti chiedono di investire nella scuola, è gente che chiede di studiare di più e meglio".
Fioroni: "Parole gravi". Riflessione simile a quella svolta dall'ex ministro della Pubblica Istruzione del centrosinistra Giuseppe Fioroni. "Tutti i ministri della Pubblica Istruzione - ha ricordato - hanno sperimentato le occupazioni e le autogestioni. Nessuno ha mai pensato di invadere le competenze dell'autonomia scolastica e di intervenire nelle decisioni interne che devono essere assunte nel rispetto della serenità e della sicurezza". Quelle di Berlusconi, ha aggiunto, "sono dichiarazioni gravi".
Attacco alla manifestazione. Il presidente del Consiglio ha toccato quindi il tema della manifestazione lanciata dal Pd per sabato prossimo. "Manifestare - ha proseguito - è una possibilità della democrazia ed anche noi ne usufruimmo. Noi, però, manifestammo contro la pressione fiscale del governo Prodi. La manifestazione del 25 ottobre è solo contro il governo e non ha proposte. La piazza non è il posto migliore per fare proposte. Le proposte si fanno in Parlamento".
Nessuna marcia indietro. Il premier accusa poi l'opposizione su uno temi centrali della protesta. "La sinistra - sostiene - dice bugie sulla scuola, fa un allarmismo inutile". E rispondendo a Veltroni, che oggi ha chiesto di ritirare il decreto Gelmini davanti "alle proteste così ampie e diffuse contro la riforma della scuola e le misure con i tagli", invitando Palazzo Chigi a rimodulare i costi, lasciando all'istruzione "ogni euro recuperato dal taglio di sprechi", Berlusconi ha replicato secco: "Noi andremo avanti, questo decreto sulla scuola è sacrosanto, altro che ritirarlo, bisogna applicarlo".
Le classi ponti resteranno. Il Cavaliere ha chiarito successivamente che non sono previsti ripensamenti neppure per la contestatissima proposta delle 'classi ponte' per i figli di immigrati perché "non è dettata da razzismo ma da buonsenso. Conoscere la lingua italiana è necessario". Berlusconi accusa infine la Rai di aver presentato in maniera distorta i provvedimenti del governo. "La televisione pubblica - lamenta - diffonde ansia e le situazioni solo di chi protesta. Sono preoccupato da questo divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà".
"A quando la polizia nei giornali?". Affermazioni contro la stampa, quest'ultime, che hanno fatto scattare la preoccupata replica del parlamentare del Pd Piero Martino. "Il tono minaccioso con cui il presidente del Consiglio segnalava ai direttori dei giornali e dei telegiornali la propria preoccupazione ma soprattutto la propria indignazione - si è chiesto il deputato democratico - sarà forse all'ordine del giorno dell'incontro che avrà con il ministro dell'Interno Maroni?". "Oltre a prendere le contromisure adatte a bloccare le manifestazioni degli studenti, degli insegnanti e del corpo non docente della scuola - ha proseguito - Berlusconi invierà le forze dell'ordine anche nelle redazioni per verificare che il suo verbo venga amplificato come lui gradisce?".
Università, non è ancora finita. Deciso a non fare marcia indietro anche il ministro Gelmini, che ha annunciato di voler anzi intervenire in maniera ancora più decisa sulle università. "Bisognerà voltare pagina e fare autocritica", dice, senza "difendere lo status quo". "Siamo disposti a confrontarci e dialogare - prosegue - ma la situazione attuale porterebbe al collasso" perciò "bisogna cambiare".
(22 ottobre 2008)
SCUOLA & GIOVANI
Il premier annuncia la linea dura contro le occupazioni studentesche
"Darò istruzioni a Maroni su come intervenire attraverso le forze dell'ordine"
Berlusconi: "Polizia nelle università
Dalla sinistra bugie, dalla Rai ansia"
Dura risposta dal Pd: "Pompiere piromane, vuole alimentare ad arte la tensione"
Berlusconi: "Polizia nelle università Dalla sinistra bugie, dalla Rai ansia"
Silvio Berlusconi
ROMA - Berlusconi convoca una conferenza stampa a Palazzo Chigi per mandare un avvertimento agli studenti: "Non permetterò l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare". Poi, rivolto a una giornalista del Manifesto che aveva posto la domanda, aggiunge: "Avete 4-5 anni per fare il callo su queste cose. Io non retrocederò di un millimetro".
Ordini al Viminale. "Convocherò oggi - prosegue Berlusconi - il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". "La realtà di questi giorni - dice ancora il premier - è la realtà di aule piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso, come a Milano, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di far passare nella scuola delle menzogne e portare un'opposizione nelle strade e nelle piazze alla vita del nostro governo".
Opposizione in allarme. Le parole del premier sono state accolte con enorme preoccupazione dal Pd. "La decisione del presidente del Consiglio di ricorrere all'uso della forza pubblica contro le famiglie e gli studenti che protestano per difendere il diritto allo studio - dice il ministro ombra per le Politiche giovanili Pina Picierno - è gravissimo, è un atto inconcepibile che lede diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione". "Oggi - prosegue - uno stato di polizia contro mamme e bambini e domani magari contro i precari che protestano? Cosa ha in mente il presidente del Consiglio? Abbiamo a che fare con un pompiere piromane che cerca di alimentare ad arte un clima di tensione".
Epifani invita al dialogo. Contesta la minaccia di Berlusconi contro le occupazioni anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. "E' profondamente sbagliato - afferma il leader sindacale - rispondere alle ragioni del movimento degli studenti con una modalità che non sia quella del dialogo". "Il governo - sottolinea Epifani - non può ricorrere alle minacce. Questo è un movimento che ha caratteristiche del tutto nuove, che non ha senso paragonare al '68 né, tanto meno, al '77. E' un movimento pacifico, gli studenti chiedono di investire nella scuola, è gente che chiede di studiare di più e meglio".
Fioroni: "Parole gravi". Riflessione simile a quella svolta dall'ex ministro della Pubblica Istruzione del centrosinistra Giuseppe Fioroni. "Tutti i ministri della Pubblica Istruzione - ha ricordato - hanno sperimentato le occupazioni e le autogestioni. Nessuno ha mai pensato di invadere le competenze dell'autonomia scolastica e di intervenire nelle decisioni interne che devono essere assunte nel rispetto della serenità e della sicurezza". Quelle di Berlusconi, ha aggiunto, "sono dichiarazioni gravi".
Attacco alla manifestazione. Il presidente del Consiglio ha toccato quindi il tema della manifestazione lanciata dal Pd per sabato prossimo. "Manifestare - ha proseguito - è una possibilità della democrazia ed anche noi ne usufruimmo. Noi, però, manifestammo contro la pressione fiscale del governo Prodi. La manifestazione del 25 ottobre è solo contro il governo e non ha proposte. La piazza non è il posto migliore per fare proposte. Le proposte si fanno in Parlamento".
Nessuna marcia indietro. Il premier accusa poi l'opposizione su uno temi centrali della protesta. "La sinistra - sostiene - dice bugie sulla scuola, fa un allarmismo inutile". E rispondendo a Veltroni, che oggi ha chiesto di ritirare il decreto Gelmini davanti "alle proteste così ampie e diffuse contro la riforma della scuola e le misure con i tagli", invitando Palazzo Chigi a rimodulare i costi, lasciando all'istruzione "ogni euro recuperato dal taglio di sprechi", Berlusconi ha replicato secco: "Noi andremo avanti, questo decreto sulla scuola è sacrosanto, altro che ritirarlo, bisogna applicarlo".
Le classi ponti resteranno. Il Cavaliere ha chiarito successivamente che non sono previsti ripensamenti neppure per la contestatissima proposta delle 'classi ponte' per i figli di immigrati perché "non è dettata da razzismo ma da buonsenso. Conoscere la lingua italiana è necessario". Berlusconi accusa infine la Rai di aver presentato in maniera distorta i provvedimenti del governo. "La televisione pubblica - lamenta - diffonde ansia e le situazioni solo di chi protesta. Sono preoccupato da questo divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà".
"A quando la polizia nei giornali?". Affermazioni contro la stampa, quest'ultime, che hanno fatto scattare la preoccupata replica del parlamentare del Pd Piero Martino. "Il tono minaccioso con cui il presidente del Consiglio segnalava ai direttori dei giornali e dei telegiornali la propria preoccupazione ma soprattutto la propria indignazione - si è chiesto il deputato democratico - sarà forse all'ordine del giorno dell'incontro che avrà con il ministro dell'Interno Maroni?". "Oltre a prendere le contromisure adatte a bloccare le manifestazioni degli studenti, degli insegnanti e del corpo non docente della scuola - ha proseguito - Berlusconi invierà le forze dell'ordine anche nelle redazioni per verificare che il suo verbo venga amplificato come lui gradisce?".
Università, non è ancora finita. Deciso a non fare marcia indietro anche il ministro Gelmini, che ha annunciato di voler anzi intervenire in maniera ancora più decisa sulle università. "Bisognerà voltare pagina e fare autocritica", dice, senza "difendere lo status quo". "Siamo disposti a confrontarci e dialogare - prosegue - ma la situazione attuale porterebbe al collasso" perciò "bisogna cambiare".
(22 ottobre 2008)
elisa- Admin
- Numero di messaggi : 196
Età : 44
Data d'iscrizione : 18.06.08
Re: lo psiconano annuncia:
Le mie posizione le conoscete: non ho mai fatto mistero del fatto che non condivido dispendiose manifestazioni che spesso hanno l'unico esito di snervare i partecipanti, palesare l'impotenza che abbiamo di fronte ai cosiddetti potenti che di noi non si curano, che sono sordi, ciechi, insomma isolati e ignoranti (perchè VOGLIONO ignorare).
Non ho mai nemmeno nascosto la mia avversione per le occupazioni delle facoltà e il blocco delle attività didattiche.
Anche le mie ragioni sono sempre state chiare tuttavia credo sia il momento per rifletterci da capo.
Credo che l'occupazione di una facoltà, di una scuola sia un modo per riappropriarsi di uno spazio, fisico e intellettuale. Credo che l'occupazione sia un gesto che deve coinvolgere gli studenti, prima di tutti; il loro sentimento dev'essere profondo, sincero. Ogni gesto d'altra parte è un segnale, un segno, un messaggio. Per essere tale ha bisogno di un mittente ed un destinatario. Se gli studenti sono il mittente chi è il destinatario? A cavallo degli anni '70 questo era evidente: il detentore del potere intellettuale e politico. Nella dialettica non mancava la volontà. S'è rilevata semmai, da parte delle istituzioni, riluttanza e paura. Ma oggi? Chi è il destinatario? Nell'incipit ho in parte già risposto. Semplicemente non c'è destinatario, o meglio, il destinatario è sordo, cieco (non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire..).
Ecco perchè mi viene da riflettere sulle conseguenze d'un blocco della didattica: gli studenti non sono proiettati nel confronto/scontro con i docenti.
Fin qua tutto bene e quindi: perchè occupare? perchè creare disagio a chi vuole studiare? (forse per sensibilizzarlo al fatto che, se le leggi oggetto del nostro disgusto, dovessero diventare operative quelle stesse lezioni, la stessa partecipazione, diventerebbero impossibili)..ecco perchè ho sempre detto no. Pensavo non fosse il momento, non ci fosse la partecipazione necessaria, non ci fosse sentimento, non ci fosse destinatario. MA PER FORTUNA MI SBAGLIAVO: la partecipazione c'è (s'è visto all'assemblea di mercoledi 22 in facoltà) e pure il destinatario c'è: oggi ha parlato, con l'infame voce dello Psiconano che promette repressione.
La nostra motivazione ad occupare, oggi, è la rabbia, rabbia verso un manipolo di briganti che, forte d'una salda maggioranza parlamentare, cerca, ancora una volta, di fare i propri interessi, palesemente, senza curarsi dei bisogni, delle necessità del popolo. Cercano di chiuderci la bocca e arginare il nostro pensiero ma questo non si può fare perchè "Il pensiero come l'oceano / non lo puoi bloccare / non lo puoi recintare".
Noi no, noi non abbiamo paura di loro e allora occupiamo! Continuiamo le nostre pratiche creative e non violente. Continuiamo a pensare con la forza della volontà di un futuro immaginato, possibile e troppo spesso preso a calci, troppo spesso violentato. Parlo a tutti coloro che hanno visto chiudere graduatorie, sparire concorsi, perdere la possibilità di realizzarsi.
Non siamo soli, e questo deve darci ulteriore forza! In tutta Italia si manifesta e si occupa [http://www.studenti.it/superiori/scuola/occupazioni_2008.php].
A questo punto credo siano chiari il mio punto di vista e la mia proposta..
Non ho mai nemmeno nascosto la mia avversione per le occupazioni delle facoltà e il blocco delle attività didattiche.
Anche le mie ragioni sono sempre state chiare tuttavia credo sia il momento per rifletterci da capo.
Credo che l'occupazione di una facoltà, di una scuola sia un modo per riappropriarsi di uno spazio, fisico e intellettuale. Credo che l'occupazione sia un gesto che deve coinvolgere gli studenti, prima di tutti; il loro sentimento dev'essere profondo, sincero. Ogni gesto d'altra parte è un segnale, un segno, un messaggio. Per essere tale ha bisogno di un mittente ed un destinatario. Se gli studenti sono il mittente chi è il destinatario? A cavallo degli anni '70 questo era evidente: il detentore del potere intellettuale e politico. Nella dialettica non mancava la volontà. S'è rilevata semmai, da parte delle istituzioni, riluttanza e paura. Ma oggi? Chi è il destinatario? Nell'incipit ho in parte già risposto. Semplicemente non c'è destinatario, o meglio, il destinatario è sordo, cieco (non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire..).
Ecco perchè mi viene da riflettere sulle conseguenze d'un blocco della didattica: gli studenti non sono proiettati nel confronto/scontro con i docenti.
Fin qua tutto bene e quindi: perchè occupare? perchè creare disagio a chi vuole studiare? (forse per sensibilizzarlo al fatto che, se le leggi oggetto del nostro disgusto, dovessero diventare operative quelle stesse lezioni, la stessa partecipazione, diventerebbero impossibili)..ecco perchè ho sempre detto no. Pensavo non fosse il momento, non ci fosse la partecipazione necessaria, non ci fosse sentimento, non ci fosse destinatario. MA PER FORTUNA MI SBAGLIAVO: la partecipazione c'è (s'è visto all'assemblea di mercoledi 22 in facoltà) e pure il destinatario c'è: oggi ha parlato, con l'infame voce dello Psiconano che promette repressione.
La nostra motivazione ad occupare, oggi, è la rabbia, rabbia verso un manipolo di briganti che, forte d'una salda maggioranza parlamentare, cerca, ancora una volta, di fare i propri interessi, palesemente, senza curarsi dei bisogni, delle necessità del popolo. Cercano di chiuderci la bocca e arginare il nostro pensiero ma questo non si può fare perchè "Il pensiero come l'oceano / non lo puoi bloccare / non lo puoi recintare".
HANNO PAURA DI NOI
Noi no, noi non abbiamo paura di loro e allora occupiamo! Continuiamo le nostre pratiche creative e non violente. Continuiamo a pensare con la forza della volontà di un futuro immaginato, possibile e troppo spesso preso a calci, troppo spesso violentato. Parlo a tutti coloro che hanno visto chiudere graduatorie, sparire concorsi, perdere la possibilità di realizzarsi.
Non siamo soli, e questo deve darci ulteriore forza! In tutta Italia si manifesta e si occupa [http://www.studenti.it/superiori/scuola/occupazioni_2008.php].
A questo punto credo siano chiari il mio punto di vista e la mia proposta..
Re: lo psiconano annuncia:
Sono d'accordissimo con la posizione dichiarata da chi mi ha preceduto; ho sempre guardato anch'io alle manifestazioni studentesche come a qualcosa di eccessivo e spesso non congeniale.
Non sono nè di destra nè di sinistra perché, se escludiamo gli ideali che si discostano fortemente dalla realtà, da anni cerco di capirci qualcosa ascoltando faccia a faccia, programmi televisivi, informazioni da cui altro non si ricavano che dati (anche numerici e statistici) opposti tra loro. Non sapendo la verità dei fatti, come schierarsi a priori?
Oggi però si tocca finalmente qualcosa che conosco profondamente: la scuola.
Da anni seguo questo mondo: come mamma, rappresentante di classe, consigliere di circolo, come educatrice ed ora come tirocinante e futura insegnante.
E non ci sto.
Non ci sto che vengano raccontate tante bugie e le si spaccino con cotanta faccia d'angelo come verità assolute. Non ci sto al fatto che venga passata alla gente comune l'idea che si voglia dare una raddrizzata a coloro che succhiano il latte dalla tetta dello stato (docenti fannulloni, finti malati e abbonati alla macchinetta del caffé). Non ci sto a far intendere alla gente che si sta lavorando contro il bullismo e per i nostri bambini che avranno beneficio da un'operazione nostalgia.
Se vengono raccontate tante falsità oscurando il nocciolo della questione che noi, che ci siamo dentro e che studiamo nelle nostre libere facoltà, conosciamo appieno, chi ci assicura che quel che abbiamo sentito, a proposito di faccende a noi estranee, per anni fosse vero?
Alla gente per strada, ai genitori dei compagni di classe dei miei figli è passato solo il messaggio che hanno ascoltato in tv perché purtroppo oggi vale più una parola del gabibbo che 1000 di un pedagogista.
Nel mio piccolo sto cercando di far capire la verità a più persone possibili, sto cercando di organizzare nella mia scuola un comitato dei genitori in grado di dialogae con altri comitati della zona e prendere qualche iniziativa di manifestazione.
Sono incasinata, devo dare 11 esami tra gennaio e febbraio, lavoro qualche ora come educatrice, sto facendo del gran tirocinio, ho 2 figli e un marito ma se organizzate un'occupazione giuro che arriverò con il mio saccapelo e la mia amarezza e incazzatura profonda.
Lucia
Non sono nè di destra nè di sinistra perché, se escludiamo gli ideali che si discostano fortemente dalla realtà, da anni cerco di capirci qualcosa ascoltando faccia a faccia, programmi televisivi, informazioni da cui altro non si ricavano che dati (anche numerici e statistici) opposti tra loro. Non sapendo la verità dei fatti, come schierarsi a priori?
Oggi però si tocca finalmente qualcosa che conosco profondamente: la scuola.
Da anni seguo questo mondo: come mamma, rappresentante di classe, consigliere di circolo, come educatrice ed ora come tirocinante e futura insegnante.
E non ci sto.
Non ci sto che vengano raccontate tante bugie e le si spaccino con cotanta faccia d'angelo come verità assolute. Non ci sto al fatto che venga passata alla gente comune l'idea che si voglia dare una raddrizzata a coloro che succhiano il latte dalla tetta dello stato (docenti fannulloni, finti malati e abbonati alla macchinetta del caffé). Non ci sto a far intendere alla gente che si sta lavorando contro il bullismo e per i nostri bambini che avranno beneficio da un'operazione nostalgia.
Se vengono raccontate tante falsità oscurando il nocciolo della questione che noi, che ci siamo dentro e che studiamo nelle nostre libere facoltà, conosciamo appieno, chi ci assicura che quel che abbiamo sentito, a proposito di faccende a noi estranee, per anni fosse vero?
Alla gente per strada, ai genitori dei compagni di classe dei miei figli è passato solo il messaggio che hanno ascoltato in tv perché purtroppo oggi vale più una parola del gabibbo che 1000 di un pedagogista.
Nel mio piccolo sto cercando di far capire la verità a più persone possibili, sto cercando di organizzare nella mia scuola un comitato dei genitori in grado di dialogae con altri comitati della zona e prendere qualche iniziativa di manifestazione.
Sono incasinata, devo dare 11 esami tra gennaio e febbraio, lavoro qualche ora come educatrice, sto facendo del gran tirocinio, ho 2 figli e un marito ma se organizzate un'occupazione giuro che arriverò con il mio saccapelo e la mia amarezza e incazzatura profonda.
Lucia
Lucia Al- Ospite
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